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Correlazioni in Medicina



Tai chi e stabilità posturale nei pazienti con malattia di Parkinson


I pazienti con malattia di Parkinson hanno un equilibrio decisamente compromesso che porta a una diminuzione della capacità funzionale e a un aumento del rischio di cadute.
Sebbene l’esercizio sia in genere raccomandato dagli operatori sanitari che si occupano di questi malati, solo per pochi programmi esistono dimostrazioni di efficacia.

È strato condotto uno studio randomizzato e controllato per determinare se un programma su misura di tai chi fosse in grado di migliorare il controllo posturale nei pazienti con malattia di Parkinson idiopatica.

Nello studio, 195 pazienti con malattia di stadio da 1 a 4 alla scala di stadiazione Hoehn and Yahr ( che va da 1 a 5, con gli stadi più alti a indicare la malattia più grave ) sono stati assegnati in maniera casuale a 1 di 3 gruppi: tai chi, esercizi di resistenza o stretching.

I pazienti hanno preso parte a sessioni di esercizio di 60 minuti 2 volte a settimana per 24 settimane.

Gli esiti primari erano rappresentati dai cambiamenti dal basale nel test di limite di stabilità ( massima escursione e controllo direzionale; intervallo, da 0 a 100% ).
Gli esiti secondari includevano misure di andatura e forza, punteggi nei test functional-reach and timed up-and-go, punteggi motori alla scala UPDRS ( Unified Parkinson's Disease Rating Scale ) e numero di cadute.

Il gruppo tai chi ha mostrato performance migliori rispetto ai gruppi esercizio di resistenza e stretching nell’escursione massima ( differenza tra i gruppi nel cambiamento dal basale, 5.55 punti percentuali; e 11.98 punti percentuali, rispettivamente ) e nel controllo direzionale ( 10.45 punti percentuali e 11.38 punti percentuali, rispettivamente ).

Il gruppo tai chi ha inoltre mostrato performance migliori rispetto al gruppo stretching in tutti gli esiti secondari e ha avuto performace migliori del gruppo esercizio di resistenza nella lunghezza del passo e nel test functional reach.

Il tai chi ha ridotto l’incidenza di cadute rispetto allo stretching ma non rispetto all’esercizio di resistenza.

Gli effetti dell’allenamento con tai chi si sono mantenuti per 3 mesi dopo l’applicazione.

Non sono stati osservati effetti avversi gravi.

In conclusione, il tai chi sembra ridurre i problemi di equilibrio nei pazienti con forma lieve-moderata della malattia di Parkinson, con i benefici aggiuntivi di miglioramento della capacità funzionale e di riduzione delle cadute. ( Xagena2012 )

Li F et al, N Engl J Med 2012; 366: 511-519



Neuro2012

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